IL BONSAI HA I RAMI CORTI / BONSAI HAS SHORT TWIGS
Giuseppe Nicodemo – Serena Ferraiuolo

Idea and text:
Direction:
On stage:
Stefania Laganini: Serena Ferraiuolo
Stage manager:

Prima / Premiere: 20 maggio 2020 / May 20, 2020

Il lato comico dell’autoisolamento / Monocomedy about life in isolation

Stefania Laganini nasce in quarantena, nel salotto di casa, tra angosce e risate.
Serena ed io ci siamo detti: “Non è una vacanza, siamo costretti a casa per una pandemia! Che fare!?”.
Così abbiamo unito idee, desideri, passioni, film e personaggi che ci piacciono ed è nata Stefania con il suo mondo, “laganini”, cioè tranquillamente, pian piano, senza stress: un regalo per il teatro, per noi stessi e per il nostro pubblico.
Stefania è una donna divertente e piena di vitalità: sta a casa, cura il suo bonsai, registra tutorial, fa a maglia, adora il fitness, i bei vecchi film ed i vodka martini.
In questo mattino uguale a tanti altri, la sua amica Rosalba le dà tanti consigli utili; anche Alexia -un’intelligenza artificiale- le fa compagnia. Ma qualcosa, forse una canzone speciale, rompe l’equilibrio che aveva trovato e racconta senza freni al bonsai e a noi la sua vera storia.
Con un sorriso a volte sguaiato e a volte amaro, Stefania ci mostra cosa si cela dietro a tutorial apparentemente inutili o dietro a troppi vodka martini, mentre guarda Marlon Brando ne Un tram che si chiama desiderio, Sophia Loren ne La baia di Napoli, Liza Minnelli in Cabaret o Liv Ullman in Scene da un matrimonio o ascolta Le colline sono in fiore di Wilma Goich.
Stefania Laganini, con le sue fragilità, il suo coraggio e le sue manie, ci ha aiutato a sopravvivere in questo periodo, costretti lontano dalle nostre famiglie e dal nostro pubblico. Ci ha tenuto vivi come artisti e come esserei umani. Ci ha fatto capire che, ogni tanto, ci sentiamo tutti come Stefania: una Penelope contemporanea che, con ironia e disicanto, continua a fare e disfare la sua maglia e la sua vita.

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Stefania Laganini was born in quarantine, in the living room, between anxiety and laughter. Serena and I said to ourselves: “It’s not a vacation; we’re forced to be at home because of a pandemic! And what now!?”

So we united/combined our ideas, wishes, passions, movies and characters that we like, and thus the character of Stefanie was born with her world, “laganini”: a gift to the theatre, to us and our audience.

Stefania is a fun woman full of energy: she stays at home, takes care of her bonsai, records tutorials, knits, loves fitness, good old movies and vodka martinis.

That morning, like many others, her friend Rosalba gave her much useful advice, and Alexia, an artificial intelligence, kept her company. But something, perhaps a special song, upset the balance she had found and suddenly, without brakes, she began to tell her true story to the bonsai and to us.

With a smile, sometimes rough, sometimes bitter, Stefania shows us what lies behind the seemingly useless tutorials or too many vodka martinis, as she watches Marlon Brando in A Streetcar Named Desire, Sophia Loren in It Started in Naples, Liza Minnelli in Cabaret, or Liva Ullman in Scenes from a Marriage, or as she listens to Wilma Goich’s Le colline sono in fiore (“The Hills are in Bloom”).

Stefania Laganini with her weaknesses, her courage and obsession, helped us survive this period away from our families and our audience. She revived us as artists and as human beings. Because of her we were able to more easily understand that sometimes we all feel like Stefania: the modern Penelope who, ironically and consciously, continues to knit and unravel her weaving and her life.

Giuseppe Nicodemo

 

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